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Condannato il rapper Kappa24K per una sparatoria in piazza a Milano04/07/2022 13:09:40AGI - Otto anni per tentato omicidio a Carlo Testa, 51 anni, e 2 anni e 3 mesi per detenzione illecita di una pistola clandestina ed esplosione in aria di più colpi d'arma da fuoco a Islam Abdel Karim, 32 anni, alias del rapper Kappa 24K. Sono le condanne inflitte dal gup, Tiziana Gueli, ai due imputati coinvolti nella sparatoria del 8 gennaio avvenuta in piazza Monte Falterona a Milano. Le pene sono inferiori da quelle richieste dal pm, Stefano Civardi, in quanto il giudice ha escluso sia per Testa, difeso dall'avvocato Niccolò Vecchioni, che per Abdel Karim, difeso dall'avvocato Robert Ranieli, l'aggravante dei futili motivi. Stando alle indagini della Squadra mobile, nel pomeriggio dell'8 gennaio due fazioni rivali di rapper si erano fronteggiate in una rissa per questioni legate a contratti discografici. Da un lato, quelli del collettivo Refreel 24K, e dall'altro quelli del gruppo di piazza Prealpi. Poco dopo le 20.30, il secondo gruppo che aveva avuto la peggio nel primo confronto, insieme al pregiudicato Carlo Testa, era arrivato in piazza Monte Falterona per vendicarsi di quanto accaduto poche ore prima. Nell'agguato, Testa aveva esploso, mancandolo, alcuni colpi in direzione di Kappa 24K. Due dei proiettili esplosi ad altezza uomo avevano pero' colpito alla gamba un passante di 26 anni, che nulla centrava con la faida. Il rapper, secondo l'accusa, aveva risposto sparando alcuni colpi in aria con un'altra arma che avrebbe sottratto a Testa nel primo confronto.
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Servirà l'esame del Dna per dare un nome alle vittime della Marmolada04/07/2022 10:14:48AGI - Tre delle quattro vittime della tragedia della marmolada attualmente identificate - 6 sono i corpi recuperati dal ghiacciaio - sono italiane, precisamente del Veneto. Due di esse, una della provincia di Vicenza e l'altra di quella di Treviso, sono guide alpine. Risulta disperso anche un uomo di circa 50 anni di Alba di Canazei. Ad aver perso la vita ci sarebbero un escursionista di 27 anni di Malo che una ventina di minuti prima della tragedia aveva inviato una foto al fratello, una guida alpina di Tezze sul Brenta e la sua compagna. Come riferiscono i soccorritori i corpi delle vittime sono deturpati e, quindi, è difficile l'identificazione. I corpi si trovano all'interno del palazzo del ghiaccio "Gianmario Scola" di Alba di Canazei dove è stata allestita la camera ardente per le salme delle vittime della tragedia. Nel frattempo, nel centro della Val di Fassa sono arrivati i parenti. Il disastro è avvenuto in una giornata che ha registrato temperature record - 10 gradi - sulla sommità del ghiacciaio. "Una valanga di neve, ghiaccio e roccia ha colpito un sentiero di accesso in un momento in cui c'erano diverse cordate, alcune delle quali sono state spazzate via", ha detto la portavoce dei servizi di emergenza Michela Canova. Due dei feriti sono stati trasportati all'ospedale di Belluno, un altro in condizioni più gravi è stato portato a Treviso e cinque a Trento. Non è stata specificata la nazionalità delle vittime, ma i soccorritori hanno riferito che tra loro ci sono alcuni cittadini stranieri. Diversi elicotteri sono stati fatti decollare per prendere parte all'operazione di salvataggio iniziale, ma la ricerca dei sopravvissuti ha dovuto essere sospesa al calar della notte e si attende che riprenda non appena la temperatura sarà calata abbastanza da farlo in sicurezza. I soccorritori nella vicina regione del Veneto, nel nord-est dell'Italia, hanno affermato di aver schierato tutte le loro squadre alpine, comprese le unità cinofile . Secondo Massimo Frezzotti, professore di scienze all'Università Roma Tre, il crollo è stato causato da un clima insolitamente caldo legato al riscaldamento globale, con precipitazioni in calo del 40-50% durante un inverno secco. "Le condizioni attuali del ghiacciaio corrispondono a metà agosto, non all'inizio di luglio", ha affermato. Le immagini riprese da un rifugio vicino all'incidente mostrano neve e roccia che precipitano giù per i pendii della montagna in un fragoroso boato. Altri filmati girati dai turisti sui loro telefoni cellulari hanno mostrato che la valanga grigiastra ha spazzato via ogni cosa sul suo cammino. Il Soccorso alpino ha diffuso immagini che mostrano soccorritori ed elicotteri sul posto per portare le vittime dalla valle a Canazei. Il loro compito è stato reso più difficile perché i corpi erano intrappolati sotto uno strato di ghiaccio e roccia. L'esperto di ghiacciaio Renato Colucci ha detto all'AGI che il fenomeno è "destinato a ripetersi", perché "per settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state ben oltre i valori normali". Le recenti temperature calde hanno prodotto una grande quantità di acqua dal ghiacciaio in scioglimento che si è accumulata sul fondo del blocco di ghiaccio e ne ha causato il collasso, ha aggiunto. Il ghiacciaio della Marmolada è il più esteso della catena montuosa delle Dolomiti, che fa parte delle Alpi italiane e si trova sulla parete settentrionale della Marmolada. Soprannominato "la regina delle Dolomiti", alimenta il fiume Avisio e si affaccia sul Lago di Fedaia nella provincia autonoma italiana di Trento. Secondo un rapporto di marzo del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC), lo scioglimento del ghiaccio e della neve è una delle 10 principali minacce causate dal riscaldamento globale, che sconvolge ecosistemi e infrastrutture. L'IPCC ha affermato che i ghiacciai in Scandinavia, nell'Europa centrale e nel Caucaso potrebbero perdere tra il 60 e l'80% della loro massa entro la fine del secolo.
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Quando sulla Marmolada morirono 272 soldati austriaci04/07/2022 08:28:04AGI - La Marmolada, bella da vedere, affascinante da scalare dove, però, la 'morte bianca' si è consumata diverse volte. In attesa di conoscere il bilancio definitivo della strage causata dal distacco di un seracco che ha provocato una valanga, la tragedia più grave sulla Marmolada risale a oltre un secolo fa. Erano le ore 5,30 del 13 dicembre del 1916 quando una slavina staccatasi da Punta Penia causò la morte sul colpo di 272 soldati austriaci che si trovavano nel baraccamento nella conca del Gran Poz. Il numero totale delle vittime restò ignoto per via del segreto militare. A perire i soldati della 90ma Divisione di Fanteria dell'esercito austro-ungarico. Una valanga provocata dalle forti nevicate: erano sette giorni che nevicava interrottamente.
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