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La Russa al 25 aprile milanese? Per il presidente dell'Anpi cittadina "non sarebbe gradito"01/04/2023 16:10:08AGI – Il presidente del Senato Ignazio La Russa non sarebbe ospite gradito al 25 aprile milanese sul palco che sarà allestito dall'Anpi in piazza Duomo, dopo le controverse parole pronunciate sull'attacco partigiano di via Rasella. “Cosa accadrebbe se dovesse presentarsi spontaneamente? Non parlerebbe” risponde all'AGI il presidente dell'associazione partigiani di Milano Roberto Cenati, secondo il quale “nessuna seconda carica dello Stato ha mai pronunciato parole così gravi, denigratorie e profondamente divisive sulla Resistenza”. "È divisivo, non rappresenta tutti" Cenati fa riferimento anche a una questione di ordine pratico: “Il programma degli oratori è già definito da giorni e non può presentarsi spontaneamente e chiedere di intervenire. Del resto, non è obbligatorio invitare la seconda e la terza carica dello Stato tra gli oratori e, quando lo si fa, bisogna prepararsi per tempo anche per motivi di ordine pubblico. Quelle su via Rasella non sono le uniche parole gravi che La Russa ha detto. Ricordo anche quando il 27 dicembre dello scorso anno invece che celebrare il 75esimo anniversario della Costituzione ricordò la nascita del Movimento Sociale”. Cenati sottolinea che "negli ultimi 13 anni non abbiamo mai invitato esponenti di governo. È vero che La Russa ricopre il ruolo di seconda carica dello Stato ma dice cose estremamente divisive, non rappresenta tutti”.
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Papa Francesco torna in Vaticano: "Non ho avuto paura"01/04/2023 14:25:51AGI - Ore 11,30: Papa Francesco varca la Porta del Perugino, che è la soglia di casa. Scende dall'auto, ringrazia gli agenti che lo hanno scortato nel suo giro per le strade di Roma. Il Gemelli è lontano ben oltre il pungo di chilometri che lo dividono fisicamente da Santa Marta. Il suo secondo ricovero al Policlinico Gemelli, dopo quello del 2021, è acqua passata e lui fa di tutto per sottolinearlo. Ecco perché, al momento di lasciare l'ospedale dove lo aveva trascinato suo malgrado una conclamata bronchite, si ferma. Si ferma con una coppia di genitori che hanno perso il figlio nel corso della notte, e prega con loro; si ferma di fronte ai giornalisti appostati da ore all'ingresso, sullo slargo che sfocia nella trafficata via della Pineta Sacchetti. La voce è si' un po' bassa, e la logica dice che le cure antibiotiche potrebbero proseguire perché prendono sempre qualche giorno, ma l'intensità è tutta nelle parole che sceglie: "Non ho avuto paura, sono ancora vivo"; "Ho sentito come un malessere, come quando uno ha mal di stomaco" ma la morte (e qui cita non a caso una "persona più grande di me") non l'ha vista in faccia. Addirittura firma il gesso di un bambino. Come dire: ci si ferma ma poi si ricomincia. Sfreccia quindi il piccolo corteo, poco blu e abbastanza grigio metallizzato, fatto di berline e giardinette rivisitate secondo i canoni di questo decennio. Il Papa scende verso il cuore della città, e qualche problema di traffico non si può evitare anche perché non punta subito verso Santa Marta. Attraversa il centro, piuttosto; la meta è Santa Maria Maggiore, e l'icona della Salus Populi Romani: quella dove va a pregare prima di partire per un viaggio, e al momento del ritorno, Anche questo, insomma, è stato un viaggio, e la salute del popolo di Roma è anche quella del suo vescovo. Ora tutto è passato, si deve guardare al futuro e non è solo perché è bastato il dolore al petto dell'altro giorno per far di nuovo circolare le vecchie storie di futuri conclavi e odierni conciliaboli. Francesco ha fretta di riprendere la normale attività, e lo si capisce da tante cose. Viene quindi fatto sapere che i programmi della prossima settimana rispetteranno le normali modalità e le usuali scadenze, e si tratta della Settimana Santa. Viene annunciato che il Giovedì Santo la mattina sarà impegnato con la Messa del Crisma, e il pomeriggio andrà al carcere minorile di Casal del Marmo per la Messa in Coena Domini, con il rito della lavanda dei piedi Ma ancor prima, domani, Bergoglio sarà fuori della Basilica per la messa della Domenica delle Palme. Anzi, con ogni probabilità prima della messa sarà già all'Obelisco a benedire i rami d'olivo. Gli appuntamenti, insomma, sono più che confermati. Per capirne il ritmo si guardi lo scadenziario dello scorso anno. Confermata persino la Via Crucis del Venerdì, quella che dodici mesi fa scateno' le polemiche per la decisione di far reggere la croce a due ragazze, ucraina l'una e russa la seconda. Lui presenzierà ai riti, lui presiederà e celebrerà le messe, con la presenza di un celebrante all'altare. Nel frattempo nomina una donna alla guida della prestigiosa Accademia delle Scienze Sociali, annuncia un giro di nomine in alcune diocesi europee e non, ostenta insomma il ritorno alla normalità. . Di più: non c'e' mai stata l'eccezionalità. A chi gli chiede al momento di passare sotto la Porta del Perugino, se conferma la trasferta in Ungheria alla fine del mese lui risponde di si' senza esitazioni. Se poi si aggiunge una richiesta di chiarimenti sulla natura dei problemi di salute, replica che non l'ha nemmeno capita. Si chieda ai medici. Come dire: non è mai stato affar mio. Il viaggio continua, dopo la visita alla Madonna che protegge la salute e la salvezza del popolo di Roma e di colui che ne è vescovo
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L'airbag anti-valanga è utile ma non assicura la salvezza01/04/2023 12:55:09AGI - Lo zaino airbag da valanga è nato nel 1985 ed è un'attrezzatura di emergenza che può aumentare le probabilità di sopravvivenza se si viene travolti da una massa di neve o ghiaccio. Proprio quello che è accaduto sabato nell'incidente in Norvegia in cui è morto uno scialpinista vicentino ma almeno due compagni di escursione sono rimasti illesi grazie a questa attrezzatura. "L'airbag è uno strumento di ultima generazione, sicuramente di sopravvivenza ma non garantisce la vita", spiega all'AGI Giorgio Gajer, presidente di lungo corso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico dell'Alto Adige. "Lo zaino è ingombrante, è costoso che non tutti possono permetterselo, aumenta la possibilità di non essere sepolto ma non può sostituire l'attrezzatura di autosoccorso", avverte. "Lo zaino è uno strumento con funzione di galleggiamento, di restare sopra la valanga ma comunque negli anni sono decedute tante persone", sottolinea Gajer, "diciamo che aumenta la percentuale di non essere sepolto. C'è poi una questione di spazio e di costo che va da 500-600 euro a salire. Devo dire che non se ne vedono tanti sulle Alpi, sono più comuni proprio in Norvegia dove le distese sono molto vaste e quindi c'è meno possibilità di chiamare i soccorsi". Il principio fisico dell'airbag è chiamato segregazione inversa o 'effetto noce del Brasile' in base al quale in una massa di particelle in movimento quelle più piccole si orientano verso il basso e quelle più grandi verso l'alto. L'esempio è quello di un bicchiere di muesli: se lo si agita, le noci del Brasile si sposteranno automaticamente in alto e la farina d'avena in basso. Lo stesso principio si applica a una persona con un airbag gonfiato in una valanga: la vittima della valanga 'nuota' in superficie a causa della galleggiabilità. Normalmente è collocato nello zaino con una maniglia per il rilascio nella tracolla e un cuscino d'aria compresso in uno scomparto separato. Da uno studio canadese condotto nel 2014 emerse che su 245 incidenti in cui persone con e senza airbag erano state coinvolte nella stessa valanga, il 22,2% delle persone senza airbag sono morte, a fronte dell'11,1% di chi era riuscito a gonfiare l'airbag. Va detto, peraltro, che in un caso su cinque gli escursionisti non erano riusciti a dispiegare l'airbag. L'airbag, se ci si addestra al rilascio e si tiene lo zaino regolarmente revisionato, può essere un aiuto a patto di non dimenticare l'apparecchio Artva per la geolocalizzazione e di pianificare comunque le escursioni tenendo conto dei rischi. "È uno strumento importante ma non è il patentino per salvarsi perché dipende da come la valanga colpisce la persona, se ci sono blocchi di ghiaccio o massi, e la pendenza del pendio", rileva il numero uno del Soccorso alpino altoatesino.
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